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lunedì 14 ottobre 2013

Alcuni spunti per i servizi comunali


Durante l'incontro di venerdì 27 settembre abbiamo affrontato lo spinoso tema dei servizi comunali. Perché abbiamo deciso di addentrarci in tematiche più di rilevanza comunale? Ne abbiamo parlato QUI.


Cosa è emerso durante gli interventi dei nostri ospiti ?

Apre le danze  il deputato del Movimento 5 Stelle Ferdinando Dino Alberti, introducendo il complesso argomento dello smaltimento rifiuti e la correlata gestione.

Normalmente ci si sofferma sul modo di gestire  i rifiuti da parte dell'ente locale Comune, analizzandone i benefici o malefici, concentrandosi sul tipo di gestione: diretta (attraverso una società in-house) o esternalizzando la gestione a una società specializzata. L’amministratore comunale dovrà decidere quale sarà la scelta più economica e equilibrata, ma non può fermarsi ad un puro calcolo economico. A monte ci devono essere delle convinzioni ideologiche che guidano le scelte. 

A tal proposito, prima di arrivare ai gesti più concreti, l'onorevole Alberti tratta il problema rifiuti andando a centrare il focus sul  termine stesso "rifiuto".In maniera molto critica, viene sottolineato che per troppo tempo, e forse ancora adesso, si guarda allo scarto derivato dal consumo di famiglie e imprese come qualcosa da far sparire, da eliminare.
Il rifiuto è un errore di progettazione,e viene utilizzato successivamente in maniera impropria.

L'onorevole Ferdinando Alberti fa un piccolo inciso in cui precisa che a Provaglio d'Iseo c'è una discarica di rifiuti


Tale discarica, negli anni a venire ( 20/30 anni ), produrrà delle conseguenze negative per la popolazione e per l'ambiente (è scientificamente provato che, in zone in cui le discariche hanno ormai esaurito il proprio servizio, si siano verificate delle esternalità negative).

In natura, invece,  la materia viene utilizzata e poi ritrasformata senza che ci siano prodotti di scarto.
Questo meccanismo naturale non viene rispettato per la spazzatura (prodotto di scarto derivato dal consumo di famiglie e imprese), la quale, invece,  segue due diverse vie: ammassamento in discarica o incenerimento. Solo una piccola parte, a livello italiano, viene realmente riciclata quindi riutilizzata.

Cosa fare per tornare in armonia con il ciclo vita naturale? Si deve adottare la strategia rifiuti zero e tutti gli accorgimenti che prevede.

La strategia rifiuti zero si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica. Attivando però una sterminata successione di processi, e un percorso molto pigro e dispendioso in termini economici e sociali ma da tentare assolutamente evitando così l’ammassamento dei rifiuti nelle discariche.

Tra i processi che si potrebbero proporre  da subito sono, ad esempio, i vuoti a rendere, strategia già in atto in alcuni comuni d’Italia detti “ricicloni”, una raccolta differenziata porta a porta (empiricamente si è dimostrato che è il metodo più economico e sostenibile) o la semplicissima sostituzione di tutte le borsine di plastica in borse di tela. Si citano come esempio i comuni Ponte nelle Alpi e Capannori che hanno avviato una serie di accorgimenti e processi tra i più innovativi sul territorio italiano.


La gestione rifiuti viene finanziata con un apposita tariffa/tassa. Tassa/tariffa che è in costante evoluzione (prima Tarsu, poi Tia, ora Tares, ma nel breve periodo diventerà Service Tax)  e, purtroppo, in costante aumento in termini economici.
Oltre alla gestione rifiuti, ci sono tutti gli altri servizi definiti indivisi (non ci sono tasse pagate direttamente dal cittadino per avere il servizio, ma vengono finanziati con una parte delle tasse/imposte riscosse quali all’addizionale comunale, Imu ecc… ).

Tra i servizi indivisi di competenza comunale viene quindi fatta una panoramica sui servizi energetici con particolare attenzione alla gestione calore.

L'onorevole Alberti analizza la situazione indicando che per diminuire la spesa corrente di bollette per il riscaldamento e il raffrescamento degli immobili di proprietà comunale, ci si può affidare alle ESCO.

Le Energy Service Company (anche dette ESCO) sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell'iniziativa e liberano il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO ed il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale. In estrema sintesi,  il comune pagherà un canone paragonabile alle bollette che pagava prima che venisse effettuato l'investimento, con delle differenze: prima la bolletta era interamente dedicata per il consumo di gas e/o elettricità. Dopo l'investimento, il canone servirà in parte a soddisfare il minore consumo derivato e la restante parte al pagamento dell'investimento effettuato dalla società ESCO. 
Chiaramente, il lato positivo dell'operazione sarà in termini migliore qualità degli spazi comunali, di risparmio energetico, di diminuzione di emissione di CO2 in aria.

La seconda parte dell'incontro è riservata all'architetto Sara Omassi e all'architetto Salvatore Carbone fondatori di sa.und.sa .

Si inizia parlando dei progetti entropici che si basano su tre fattori che si allacciano in modo indissolubile: vivibilità,sostenibilità e resilienza.
La prima non ha bisogno di spiegazioni, la seconda deve essere attiva su tre fronti, quello economico, quello ambientale e quello sociale, la terza come capacità di un sistema urbano di modificarsi repentinamente in seguito a uno stimolo esterno.

Viene analizzato e commentato il format UPDATE, l’economia del noi, per riconnettere i progetti della città con i cittadini per accrescere la coscienza ambientale e culturale, per vivere gli spazi urbani e avene cura.

Il punto di vista degli architetti è molto interessante e si basa sul processo, invece che sul progetto. Attraverso il coinvolgimento di associazioni, cittadini e delle realtà presenti sul territorio in questione, si  vanno a (ri)creare le basi per generare luoghi di socialità o rigenerarli e dare nuova linfa. Il progetto, come si diceva in precedenza, è subalterno al processo: infatti gli architetti "scavano" nel profondo delle coscienze  e degli animi della popolazione autoctona, andando a capire di cosa veramente i cittadini necessitano. Il risultato sarà estremamente funzionale. Un concetto che da tempo non viene messo in pratica, a favore purtroppo di una visione, di breve periodo, troppo legata al risultato estetico.   

Questo progetto è stato attuato in un paese in provincia di Avellino, Senerchia , per rivalorizzare lo spazio urbano del centro andato distrutto precedentemente da un terremoto e oramai abbandonato; sono stati creati e rinnovati ,grazie a 3500 euro e una cerchia di sponsor, una serie di superfici e ampi spazi in cui rivivere Senerchia.

Grazie a un contatto diretto con il sindaco di Roncadelle, il format UPDATE  viene riproposto anche in provincia di Brescia. Gli architetti si sono proposti di rivalorizzare il Parco del Cono Ottico, proprio nel centro di Roncadelle chiedendo una somma contenuta per la consulenza al comune, e tanta partecipazione ai cittadini.
Per cominciare questo percorso è stato creato un questionario che tutti i cittadini sono invitati a compilare, domande volte a capire le preferenze dei compaesani sul progetto .In seguito si organizzeranno degli incontri  per analizzare e discutere il progetto in modo eterarchico, prendendo esperienze e idee da chiunque dei cittadini volesse partecipare.

Per approfondire:

Il deputato Alberti interviene per felicitarsi e sincerarsi sulle idee innovative dei due architetti urbanisti mostrandosi entusiasta dell’idea di partecipazione attiva, dell’idea dell’eterarchia, non di anarchia ne di oligarchia.

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